Corpi estranei | La Casa degli Spiriti

«Non si può trovare chi non vuol essere trovato.»

— da La Casa degli Spiriti, il primo romanzo di Isabel Allende, pubblicato a Buenos Aires nel 1982 e tradotto e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1983.

⌜ La Casa de Los Espíritus. 🍃⌟.

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«Non si può trovare chi non vuol essere trovato.» (pag. 154)

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Trovo che Barràbas sia un nome bellissimo.

E forse è anche per questo motivo che alla fine mi sono decisa a comprare questo libro.

 

A dire la verità era già da un po' di tempo che ci sfioravamo senza saperlo e il pensiero di leggerlo già era nella mia mente da diversi mesi.

 

L'avevo incontrato di striscio durante il primo lockdown in "Incipit" (altro bellissimo libro) e avevo pensato che il suo era decisamente strambo e originale, che forse meritava una lettura più approfondita, ma alla fine le parole si erano mischiate con gli altri "inizi" e mi ero distratta.

 

Ci ho ripensato anche poi, quando, in tempi non sospetti, ho ritrovato sullo scaffale della mia casa al Lago gli altri libri che già possiedo della Allende, ma anche lì, la cosa aveva rapidamente perso importanza.

 

Negli ultimi tre anni mi è apparso tra i suggeriti in diverse occasioni, un paio di settimane fa ne hanno addirittura anche parlato durante un programma radiofonico, così. Ero molto combattuta se leggerlo o meno, se prenderlo in prestito in biblioteca o comprarlo, possederlo veramentee dovergli trovare un posto nella mia libreria.

 

Il motivo? In tutte le edizioni che ho cercato, ho sempre trovato la copertina molto disturbante, un vero e proprio corpo estraneo.

Che fosse questa edizione - l'ultima, di Feltrinelli - o le due precenti, rispettivamente con un balcone e delle presenze su fondo rosso sangue o la versione più naif con donna spiritata e belva poco rassicurante, mi sembravano poco rassicuranti.

 

Conosco bene l'antico adagio "non giudicare un libro dalla copertina", uno dei dieci comandamenti del buon lettore, ma - mi perdoni Padre perchè ho peccato - io lo faccio, e spesso.

Indugio molto sulla copertina dei libri che scelgo e spesso a distanza di tempo ne colleziono edizioni diverse.

Proprio per questo, ero molto, molto scettica.

Non solo.

Ho un rapporto molto particolare con i libri: ho iniziato a leggere presto, da bambina, e da sempre ne subisco un certo fascino.

 

Ci sono momenti nella mia vita in cui sento che devo leggere un determinato libro, ne provo un'attrazione incontrollabile e, come spesso accade con i pensieri ricorrenti, il libro in questione inizia a rimbalzare nel mio universo, entrando nella mia orbita d'azione.

Molto più spesso, li trovo, i libri - o forse è più corretto dire che sono loro a trovare me - ,in ogni caso il momento è sempre quello giusto: che sia in libreria, sotto un letto, un colpo d'occhio su un titolo in biblioteca o, meglio ancora, in un mucchio scomposto in una bancarella dell'usato, difficilmente ho esitazioni sui libri che intendo leggere.

 

Finchè, settimana scorsa, cercando una frase (che non è quella che ho riportato), sono rimasta colpita. E affondata.

E allora ho capito che - basta! - copertina o non copertina, era venuto il momento di affrontare la situazione di petto e leggerlo, nonostante le reticenze iniziali.

 

Lo sto leggendo - divorando, per l'esattezza - e nel giro di tre giorni sono già a metà. Vi farò sapere.

 


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CREDITS:

Articolo a cura di Vittoria Poletti.

Copertina: Vittoria Poletti per ©TheGoldfish. Riproduzione riservata.