//NOBUYOSHI ARAKI – “ARAKI AMORE”

Araki, Amore.

 

Un insolito binomio tra due A quasi agli antipodi: Nobuyoshi Araki, uno dei più controversi fotografi giapponesi contemporanei, già tacciato di oscenità e pornografia, e l'Amore, con la A maiuscola, come dal titolo - criptico e insieme esplicito - della sua ultima mostra a Milano curata da Filippo Maggia, nella bellissima cornice della Galleria Carla Sozzani.

 

A di Araki - umano, troppo umano, come direbbe Nietzsche - l'occhio vigile del fotografo che si insinua come un voyeur a catturare l'istante, indagare il soggetto, ritraendone l'anima.

A di Amore. Tra sacro e profano, controverso, puro, violato, etereo, erotizzato, evocato.

 

 

Un incontro clandestino raccontato in più di 80 fotografie, molte delle quali scattate negli ultimi due anni.

Il terreno comune di questo insolito connubio è il desiderio, spinta propulsiva che tutto muove, tra reale e immaginario.

 

Un universo onirico a tinte forti dove l'"immagine" esplora e traduce l'"immaginato".

delineando un ricco mondo interiore di verità, finzioni e perversioni in bilico tra arte e pornografia.

 

Legami che diventano lacci, impalpabili o tangibili, bondage, interni scarni, cartoline di città con metropoli imponenti che bussano alle finestre.

L'eterna dicotomia tra Eros e Thanatos, amore e morte, si fissa nelle polaroid componendo un gigantesco collage emozionale di attimi in cui trova spazio anche il gesto pittorico per definire o confondere i contorni.

 

In un lento camminare lungo i bordi tra purezza e oscenità, poesia e violenza si fondono rimescolando le carte in tavola, da immagine a immagine: istantanee di donne che diventano per metà paesaggi, fiori che svelano intimità violate, kimono elusivi (e allusivi) tra tradizione e ambiguità, mostri di plastica che sovvertono il gioco e l'ordine della composizione generando estraniamento.

 

Da un lato l'uomo.

Dall'altro la donna. 

Amata, guardata, spiata, sciupata, ritratta, consumata in un eterno banchetto, un pasto nudo senza fine.

 

Per scoprire quello che resta:

 

GALLERIA CARLA SOZZANI

Corso Como, 10

20154 Milano

 

ORARI

→ Dal 18 novembre 2016 al 26 marzo 2017

h10.30 - 19.30

h10.30 - 21.00 (mercoledì e giovedì)

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CREDITS:

Articolo a cura di Vittoria Poletti

Immagini: Vittoria Poletti per ©TheGoldfish. Riproduzione riservata.