Daphne Odora: la Lavanda d'Oriente

ARBUSTO

Daphne odora (Daphne cneorum)

Thymelaeaceae

~ Fior di stecco, Erba laurina

 

FIORITURA: febbraio-aprile

PARTI UTILIZZATE: corteccia

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⚠️☠️ Le bacche e i fiori contengono dafnina e sono altamente tossiche per l'uomo

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• La Daphne odora è un arbusto sempreverde della famiglia delle Thymelaeaceae.

Il genere Daphne comprende 50-100 specie di piante, di cui una decina crescono spontaneamente in Italia, nelle zone rocciose alpine e appenniniche.

 

• La Daphne è conosciuta anche come erba laurina per via della somiglianza con le foglie dell'alloro.

Il suo nome inoltre (Δάφνη, Dáphnē, "lauro") in greco significa appunto "Alloro", pianta in cui secondo il mito venne trasformata l'omonima ninfa per sfuggire alle lusinghe del dio Apollo.

 

• I caratteristici fiori a tuboli sono profumatissimi: in Giappone a primaversa vengono recisi e inseriti in sacchetti di tela per profumare la biancheria, per questo motivo è detta anche "lavanda d'Oriente", mentre in Svizzera dagli arboscelli della Daphne laureola si tagliano delle liste bianche sottilissime con cui tradizionalmente le donne adornano i cappelli.

 

• Sempre in Giappone, e nelle Indie Orientali, anticamente si lavorava la corteccia delle specie più resistenti (Daphne pseudo-mezereum, Daphne cannabina, Daphne papyracea) per ottenere delle carte speciali e molto pregiate.

 

• È velenosa! Nè i particolarissimi fiori nè le bacche giallognole sono edibili, ma anzi hanno un elevato grado di tossicità (è quindi consigliabile maneggiarli con dei guanti ed evitare il contatto diretto).

 

 A proposito di veleno: alcune delle specie appartenenti alla famiglia delle Daphne vengono utilizzate per l’estrazione della resina, del glucoside velenoso e del glucoside cumarinico (chiamato anche dafnina) e trovano impiego nella medicina popolare.

 

 In alcune zone dell'Asia centrale si usa fare un decotto purgante con le radici della specie Daphne oleoides, mentre in altre aree, con la stessa, si produce dello spirito per distillazione.

 

  Nella Francia meridionale e in Algeria si sfrutta la tossicità della corteccia secca della Daphne mezereum (in assoluto la più velenosa) per ricavarne diuretici e stimolanti.

 



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CREDITS:

Articolo a cura di Vittoria Poletti

Immagini: Vittoria Poletti per ©TheGoldfish. Riproduzione riservata.