H&M Innovation Colour Story: il progresso è in technicolor

Innovation Colour Story ha ufficialmente debuttato online il 15 aprile. 

Si tratta del secondo capitolo di Innovation Stories, un ciclo di capsule collection sostenibili che il colosso svedese H&M ha previsto per tutto l'arco del 2021, appuntamenti pensati per testimoniare concretamente e soprattutto raccontare con trasparenza ai propri consumatori l'impegno del marchio verso una moda etica e sostenibile.

Il colore è il perno attorno a cui ruota l'intera collezione, questo perché il processi di tintura sono tra le lavorazioni più inquinanti, sia per quantità di acqua utilizzata, sia per gli additivi chimici impiegati nelle lavorazioni, veri e propri veleni (cromo, piombo, metalli pesanti e sali di fissaggio, per citarne alcuni) che inevitabilmente, oltre ad essere respirati e maneggiati dagli addetti ai lavori, finiscono per essere dispersi nei nostri fiumi, inquinando le acque reflue.

 

Secondo recenti dati del SMI (Sistema Moda Italia), infatti, la produzione di manufatti in tessuto ad oggi costituisce il 20% dello spreco globale dell’acqua, elemento indispensabile nei procedimenti come tintura, stampa e finissaggio.

 

H&M, insieme numerose altre aziende del settore Fashion, ha aderito alla Detox Campaign di Greenpeace, un'iniziativa che dal 2011 invita l'industria della moda a ripensare i propri prodotti e tecniche produttive nell'ottica di un futuro sostenibile "zero discharge". L'obiettivo è sfidante ma sicuramente percorribile: utilizzare materiali al 100% riciclati o derivanti da fonti sostenibili entro il 2030.

 

Grazie al progresso delle scienze, ad oggi essere green non è più una semplice moda passeggera o un capriccio, ma piuttosto una responsabilità e un compito urgente nei confronti di un futuro sempre più prossimo.

 

La nuova collezione è un chiaro ritorno alla terra, con nuances sognanti e sfumate, tie & die, colori tenui ma ricchi di personalità, realizzati grazie all'aiuto della biotecnologia e delle più moderne tecniche di stampa digitale, che utilizzano un processo biologico naturale per produrre e fissare pigmenti sui tessuti, riducendo la quantità di inchiostro in eccesso e il consumo di acqua e prodotti chimici rispetto alle tecniche di stampa convenzionali.

 

Particolarmente interessante è la partnership del gigante svedese con Colorifix®, una startup biotech con sede a Norwich, Inghilterra, specializzata in processi e tinture sostenibili che sfruttando la capacità dei microbi di essere in grado di depositare e fissare un pigmento sul tessuto.

 

Colorifix® si ispira alla circolarità del ciclo di vita naturale: partendo dal gene di un colore già presente nel mondo naturale organico (basta un animale, una pianta o un microbo), grazie alla biologia sintetica il DNA viene tradotto in sequenze e le informazioni sul pigmento vengono processate e riscostruite in laboratorio per essere iniettate in una cellula batterica, inducendola a riempirsi con il colore oltre che a duplicarlo.

 

Con la proliferazione di questi microrganismi il colore si moltiplica creando un brodo di tintura, e, trasportandoli direttamente sul tessuto, ha luogo il trasferimento del colore, con l'aggiunta di un agente di trasferimento del colorante non dannoso per l'ambiente, che fa sì che i microrganismi si leghino al tessuto. Infine la soluzione viene leggermente riscaldata provocando la rottura della cellula e fissando la tintura sul tessuto.

 

In questo modo, rispetto ai metodi tradizionali, si riduce drasticamente l'uso di acqua e di prodotti chimici pesanti nel processo di tintura, creando un'alternativa più green e sostenibile sia per i consumatori che per l'ambiente.


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CREDITS:

Articolo a cura di Vittoria Poletti. Riproduzione riservata.

Immagini courtesy H&M, video via Victoria & Albert Museum.

 

LINK

📎https://www2.hm.com/it_it/free-form-campaigns/hm-innovation-colour-story.html.html

📎https://www.youtube.com/watch?v=zF36Kt08iro