//HOLOBIONT – Tra simbiosi e parassitismo

"Holobiont" (olobionte) è un termine coniato dalla teorica evoluzionista americana Lynn Margulis nel 1991, per indicare un organismo "ospite" e i micro-organismi che vivono in simbiosi con lui traendone un vantaggio reciproco.

Nel caso di noi "sapiens", l'olobionte è rappresentato dall’insieme di noi stessi, dal nostro corpo con organi, tessuti, fluidi biologici e dal nostro microbiota, vale a dire l’enormità di microrganismi simbionti che, con il loro genoma, vivono dentro e sopra di noi.

I nostri batteri infatti sono in media numericamente pari alla quantità delle nostre cellule. 

Per intenderci in un uomo "medio" ci sono circa 30 trilioni di cellule e 39 trilioni di batteri, che creano un "super-organismo", un maxi condominio contenuto in un unico corpo.. e alla fine, chi ospita chi?

Ma l'olobionte è una definizione "fluida", applicabile a moltissimi campi scientifici e ambientali.

In questo caso, nell'ambito del Festival della Biodiversità, alcuni studenti di Arti visive e Studi Curatoriali della NABA propongono un'esposizione a cielo aperto indagando sia il rapporto tra uomo e natura che tra le piante e i loro parassiti, concentrandosi in particolare sulla salute dell’ippocastano e il suo parassita principale: il bruco Cameraria ohridella.

Il percorso espositivo si snoda lungo una promenade di ippocastani malati dove, di fronte ad ogni individuo, è presente un tavolo con una piccola urna trasparente e, sopra, come un'offerta simbolica, il riferimento ad una performance artistica fruibile online.

Al termine dell'installazione i visitatori, come degli elettori, saranno chiamati ad esprimersi con un piccolo gesto responsabile e consapevole, partecipando direttamente alla prevenzione e alla difesa della salute della pianta dall'attacco del terribile bruco.