KASIA KUCHARSKA// Il pizzo del futuro in "sintesi"

Kasia Kucharska si definisce una multidisciplinary designer.

Fresca di Master in Fashion Design alla Universität der Künste di Berlino nel 2019, con precedenti studi di architettura d’interni a Stoccarda e in Giappone, nel suo lavoro cerca di integrare il suo background culturale applicando alla couture la matericità e il tratto grafico tipico del mondo dell' Architettura.

 

Già notata da Highsnobiety  come talento emergente, è stata selezionata per collaborare al lookbook PE19 di Ellesse, lo storico marchio italiano di abbigliamento sportivo.

Il risultato è una collezione innovativa e cross-gender dove la Kucharska reinterpreta la cifra stilistica "athleisure" e sartoriale del brand con capi modulabili e versatili.

Ma la ricerca della Kucharska non si ferma qui.

 

Dopo le prestigiose collaborazioni con big del fashion system del calibro di Balenciaga e Hugo Boss ad oggi la designer ha creato un'omonima label indipendente, dove continua a sperimentare le connessioni tra tradizione e innovazione, una continua tensione evolutiva verso la ricerca di nuovi linguaggi futuribili, come un filo sospeso tra moda e architettura.

 

Nel suo ultimo progetto la designer riparte dall'incipit, ripercorrendo a ritroso la storia, dove all'origine del sistema moda "in principio era la maglia", l'underwear, il pizzo, l'intreccio manuale di trama e ordito.

 

Ed è proprio il pizzo ad essere il focus della tesi della Kucharska.

Quintessenza della femminilità, pilastro dell'Haute Couture, il merletto nasce come tessuto pregiato rigorosamente lavorato a mano filo per filo, e pertanto riservato in origine ai sontuosi abiti di clero e nobiltà.

Elemento decorativo di pregio, era una texture legata allo status sociale del tempo dove, caricato di codici e simboli, rivelava molto sulla posizione sociale di chi lo indossava. Spogliato delle sue simbologie più arcaiche nell'era moderna, sostituito con il pizzo industriale fatto a macchina, il dentelle è finito col tempo nelle maglie del fast-fashion nella versione più cheap e stretch del textronic lace.

 

A partire dal suo excursus storico, nelle creazioni della designer il pizzo viene decostruito, smaterializzato e sintetizzato fino al minimalismo grafico del tratto, per poi essere ri-contestualizzato e re-interpretato con le moderne tecnologie e i materiali dell'industria tessile 4.0 in uno schizzo tridimensionale.

Il "nuovo" pizzo della Kucharska è in silicone, come una protesi, e parla il linguaggio G-code delle stampanti 3D.

Ne deriva un ornamento protetico, un add-on che con la sua fluorescenza dichiara apertamente di essere un corpo estraneo, e da semplice decorazione surplus si propaga, moltiplicando la propria mesh all'infinito, colando sulle superfici e ritagliandosi la propria dimensione, diventando una texture materica a sè.

 

Un elemento di rottura perfettamente integrato con la sintassi del futuro, il linguaggio di programmazione e il mondo delle macchine, il 3D lace della Kucharska che, grazie alla sua forte identità, si configura come dirompente anello di congiunzione tra tradizione ed evoluzione del sistema moda, dove "sintetico" non è solo il materiale, ma il processo etimologico di ridurre all'essenziale il complesso mondo di codici e valori storici attribuiti all'ornamento stesso.



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CREDITS:

Articolo a cura di Vittoria Poletti. Riproduzione riservata.

Immagini courtesy of the artist, disponibili al link

-https://kasiakucharska.com/kasia-kucharska