A parer mio, nonostante la rivoluzione digitale, gli emoji e gli smart message, gli auguri scritti a mano sono ancora i migliori.
Sarà perchè sono grafomane, sarà perchè reputo importante ritagliarmi del tempo per selezionare le parole giuste da dedicare a chi è importante per me, che sia un biglietto di auguri di compleanno, una lettera o un post-it lasciato al caso, pronto ad essere trovato.
Nella mia famiglia quella degli auguri "fatti a mano" è sempre stata una sorta di tradizione matriarcale, portata avanti nel tempo da mia nonna e dalle sue sorelle: in casa conservavano i cartoncini di auguri gelosamente nei cassetti o in grandi scatole di latta insieme ai plichi di lettere e alle cartoline, suddivisi meticolosamente per destinatario e legati con lo spago o nastri di raso colorati.
Li acquistavano per tempo nella cartoleria sotto casa - fornitissima - che d'inverno sapeva di carta stampata e di polvere, li sceglievano a colpo d'occhio tra tanti dall'espositore girevole vicino alla vetrina: la fantasia floreale un po' fanée, i bordi zigrinati, le loro sottili buste di carta ingiallita e la protezione in plastica. E, quando era il momento, si riunivano in cucina, all'ora del té, la stanza a mezz'ombra, illuminate da una lama netta e sottile di quel sole invernale milanese, nebbioso e tagliente, decidevano insieme la lista degli indirizzi e dettavano i loro auguri alla Zia Alba, che tra tutte aveva la calligrafia migliore.
Col tempo molto è cambiato in quella cucina: nome dopo nome la lista dei destinatari si è assottigliata, con l'età la presa della stilografica è diventata più incerta e scrivere quelle lettere malferme un vero e proprio esercizio - più che di stile, di vera concentrazione e coordinazione occhio/mano - , ma fino a qualche anno fa, nonostante la veneranda età di 99 anni, mia Zia Dina, lucidissima, ha sempre scritto di suo pugno gli auguri ai suoi cari. Auguri che mi chiedeva pazientemente di imbucare per conto suo, ogni anno.
Fortunatamente le buone abitudini sono dure a morire e oggi, seduta al tavolo di quella stessa cucina, illuminata dal sole invernale e armata di matite e pennarelli c'è Elettra, la nostra cuginetta, a scrivere i suoi personalissimi auguri. La cosa mi fa ben sperare.
E non è la sola: ancora prima di lei è stato nostro zio, Stefano, a farsi portavoce di questa singolare tradizione.
Nel suo Atelier di Parigi, da più di trent'anni, con la collaborazione di alcuni suoi amici fotografi, che per noi sono una sorta di seconda famiglia allargata, ogni anno a Natale crea una cartolina di auguri diversa -"carte de voeux", la chiamano là - scrivendola ancora rigorosamente a mano e la spedisce, altrettanto rigorosamente via posta, a noi famigliari, ad amici, clienti e collaboratori.
Mi piace pensare che lì "à Paris" i nostri amici abbiano trovato del tempo per ritrovarsi davanti ad una tazza di té, spostare le piante che affollano l'Atelier e lavorare con entusiasmo a questo progetto comune.
Che abbiano investito delle energie per trovare la soluzione migliore, l'elaborazione grafica più significativa, il colore più brillante per la resa in stampa.
Non che gli auguri ricevuti via mail o via messaggio siano meno sentiti... ma indubbiamente, di fronte ad un lavoro così meticoloso e pregno di personalità indiscutibilmente passano in serie B.
E il prezzo vale sicuramente l'attesa.
Ancora oggi, come da bambina, trovarlo nella casella della posta, in busta chiusa e con il tipico timbro postale di Parigi è sempre un'emozione, come una sorpresa, un regalo speciale. Un piccolo gesto, indubbiamente, ma per me di grande significato.
Per onorare questa tradizione e attualizzarla, io e Federico, mio fratello, col tempo abbiamo raccolto tutti i suoi biglietti dai primi anni '90 ad oggi, piccole opere d'arte in miniatura, riunendoli in un'unica sezione dedicata sul suo sito internet.
Condividiamo con voi questa piccola grande bellezza, insieme ai nostri migliori auguri per un 2020 ancora tutto da scrivere.
― https://www.stefanopolettibijoux.com/gallery/
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CREDITS:
Articolo a cura di Vittoria Poletti.
Foto di copertina: gli auguri di Elettra (2017).
Nella gallery, da destra: un quadretto di Elettra, nella vecchia cucina della nonna (2016) - gli auguri handmade di Zia Dina da spedire (2015) - un ventaglio di cartes de voeux di Zio Stefano.
Le immagini di questo articolo sono contenuti originali realizzati da Vittoria Poletti per ©TheGoldfish. Riproduzione riservata.